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Cosa vedere a Palazzo Pitti: un intrigante viaggio tra arte e storia

Cosa vedere a Palazzo Pitti: un intrigante viaggio tra arte e storia

palazzo pitti
palazzo pitti

Non è solo il più grande dei palazzi fiorentini, Palazzo Pitti è anche uno dei luoghi più stimolanti della città. Sede di ben 5 musei, distribuiti nei suoi tre piani, ospita tesori artistici e manufatti antichi di diversa provenienza e inestimabile valore. Attraverso le numerose collezioni, i visitatori potranno ripercorrere le tappe fondamentali della storia dell’arte e della cultura, dal Rinascimento alla contemporaneità: ecco cosa vedere a Palazzo Pitti e quali opere non lasciarsi sfuggire. 

Breve storia del palazzo, tre volte residenza reale

Palazzo Pitti nasce come residenza privata. A volerlo è il suo primo proprietario, Luca Pitti, ricchissimo mercante fiorentino che commissionò il progetto a Filippo Brunelleschi. Purtroppo Pitti morì prima di poterlo terminare e il palazzo rimase incompiuto e abbandonato per quasi ottant’anni fino al 1549, quando fu acquistato da Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I de’ Medici, granduca di Firenze. L’architetto Bartolomeo Ammannati fu incaricato di estendere l’edificio e di allestire anche il magnifico giardino che sorge alle sue spalle: il Giardino di Boboli, da allora connesso alle vicende storiche e artistiche del palazzo. Anche Niccolò Tribolo, Giorgio Vasari e, successivamente, Bernardo Buontalenti furono coinvolti nell’imponente opera di ampliamento.

Ai Medici succedettero, nel 1737, gli Asburgo-Lorena, che si trasferirono a Palazzo Pitti ampliandone ulteriormente la superficie e aggiungendo le due ali laterali che ancora oggi si affacciano sull’omonima piazza. Nel 1860 il palazzo entrò a far parte dei Beni della Corona d’Italia, proprietà dei Savoia, che lo abitarono durante gli anni di Firenze Capitale (1865-1871). Nel 1919 Vittorio Emanuele III donò Palazzo Pitti, la piazza e il Giardino di Boboli allo Stato Italiano ed è così che l’antica sede reale divenne un museo.

lunetta pitti
Veduta di Palazzo Pitti e del Forte di Belvedere a Firenze, Utens Giusto

Le collezioni di Palazzo Pitti: musei e opere

Attualmente Palazzo Pitti è sede di più musei: il Tesoro dei Granduchi e il Museo delle Icone Russe con la Cappella Palatina; la Galleria Palatina e gli Appartamenti Imperiali e Reali, la Galleria d’Arte Moderna e il Museo della Moda e del Costume.
Iniziamo la nostra visita dal pianterreno per poi proseguire fino al secondo piano, godendo, mano a mano che saliamo, dei pittoreschi affacci sulla città e sul Giardino di Boboli.

Il Tesoro dei Granduchi (o Galleria degli Argenti)

Il Tesoro dei Granduchi si trova al piano terra e nel mezzanino di Palazzo Pitti, nella parte dedicata dai Medici a residenza estiva. Vasi e ceramiche antiche, ma anche ambre, avori e cristalli di rocca sono disposti sullo sfondo degli affreschi realizzati per il matrimonio di Ferdinando II de’ Medici e Vittoria della Rovere del 1637. Spiccano soprattutto quelli della Sala di Giovanni da San Giovanni (come fu soprannominato il loro autore, Giovanni Mannozzi, nato a San Giovanni Valdarno): un ambiente che collegava le stanze della granduchessa a quelle del granduca e che oggi risalta per l’illusione ottica straordinaria creata dalla finta loggia raffigurata sul soffitto. 

Gli Argenti appartengono invece al cosiddetto Tesoro di Salisburgo, portato a Firenze da Ferdinando III.  Ne fa parte anche la collezione di gioielli realizzati tra il 1600 e il 1900, arricchita nei primi anni Duemila con una sezione dedicata a gioielli contemporanei.
Tra le opere più spettacolari, il Vaso con coperchio (1626) di Marcus Heiden, il tornitore d’avorio più famoso della sua epoca. Un’opera che colpisce per la sua raffinatezza ed eccentricità: seguendo la curvatura naturale della zanna di elefante, Heiden crea infatti una composizione verticale, in cui forme piene e vuote, voluminose o più sottili, si susseguono in un equilibrio apparentemente precario. Ammirevole e unica nel suo genere, testimonia quella ricerca verso nuove forme e composizioni che caratterizzò tutta l’arte del Barocco.

vaso con coperchio marcus heiden
Vaso con coperchio, Marcus Heiden

Il Museo delle Icone Russe e la Cappella Palatina

Rimanendo al pianterreno è possibile visitare anche il Museo delle Icone Russe, inaugurato nel 2022, che custodisce il più antico nucleo di opere di questo tipo fuori dall’antica Russia. Come il Tesoro dei Granduchi, anche il museo è situato nell’appartamento estivo dei Medici, nelle sale decorate ad affresco in occasione delle nozze tra il granduca Cosimo III e Marguerite Louise d’Orléans del 1661, e ospita una ricca collezione di dipinti su tavola realizzati nella Russia provinciale. La raccolta fu iniziata dai Medici e proseguì con la dinastia degli Asburgo Lorena, fino al 1761. I temi sono di tipo religioso ed è possibile riconoscervi soggetti e scene bibliche (come la Natività o l’Annunciazione), e rappresentazioni di santi secondo modelli iconografici codificati.

Qui si trova anche la Cappella Palatina, voluta da Pietro Leopoldo Asburgo Lorena, che modificò la conformazione iniziale di quest’area dell’edificio. Si trattava infatti inizialmente di un salone che il granduca volle trasformare in luogo di culto privato nel 1766. Tutto l’ambiente subì quindi un mutamento radicale: furono aggiunti l’altare e la grande finestra ad arco, il corridoio delle dame, le cantorie e il coretto per i granduchi. Ma il suo assetto era destinato a cambiare ancora nel tempo e più volte la cappella fu spogliata dei suoi arredi o trascurata, cadendo in disuso. Oggi si distingue rispetto ad altri ambienti simili per la bellezza dell’altare in marmo, pietre dure, bronzo dorato e avorio e le suggestive decorazioni pittoriche di Luigi Ademollo.  

La Galleria Palatina

Il piano nobile di Palazzo Pitti è interamente occupato dalla Galleria Palatina e dagli Appartamenti Imperiali e Reali. Con oltre 500 opere scelte dai Lorena tra le collezioni medicee, la galleria presenta una raccolta unica di capolavori del Cinque e Seicento. I dipinti, disposti non in ordine cronologico ma secondo affinità tematiche e cromatiche, occupano tutte le pareti della Quadreria, lasciando incantati i visitatori.
Nelle sale della Palatina, si possono ammirare circa 15 dipinti di Tiziano, almeno altrettanti di Andrea del Sarto, oltre a quelli di Tintoretto, Rubens, Caravaggio e Raffaello, del quale la Galleria Palatina conserva la maggiore concentrazione di quadri al mondo. Ma anche opere di Antonio Canova, Artemisia Gentileschi, Giorgio Vasari, Filippino Lippi, Sandro Botticelli

sala bianca galleria palatina
Sala Bianca, Galleria Palatina

Non sono da meno le decorazioni a soffitto (pitture e stucchi) delle stanze dei Pianeti, opera seicentesca di Pietro da Cortona. Il tema iconografico fu suggerito da Francesco Rondinelli, bibliotecario del granduca, e serviva a celebrarne la fama e le gesta di buon governatore. Un progetto che Pietro da Cortona realizza magnificamente anche grazie ad alcune ricorrenze simboliche. Ogni sala riporta infatti sempre tre elementi: la divinità dell’Olimpo a cui è dedicata (Venere, Apollo, Marte, Giove e Saturno), il principe stesso ed Ercole, simbolo di forza e protettore della dinastia medicea.

Gli Appartamenti Imperiali e Reali

La Galleria d’Arte Moderna occupa il secondo piano di Palazzo Pitti: più sobria del piano inferiore, ma non per questo meno degna di nota, fu anch’essa usata come abitazione dai Lorena e dai Savoia. Al suo interno è collocata la collezione di pitture e sculture risalenti alla fine dell’epoca moderna e fino al XX secolo. Una collezione frutto di donazioni e acquisti portati avanti prima dalla famiglia sabauda e, nella prima metà del Novecento, da una Commissione dedicata. Da qui è possibile godere anche di una spettacolare vista panoramica sul Giardino di Boboli, sfondo ideale per i capolavori esposti.

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La cugina Argia, Giovanni Fattori

Il nucleo più corposo è costituito dalla pittura toscana dei Macchiaioli, con opere di Giovanni Fattori (come l’enigmatica La cugina Argia), Telemaco Signorini e Silvestro Lega (tra le quali spicca Il canto di uno stornello, probabilmente il dipinto più noto del pittore ottocentesco).

il canto di uno stornello silvestro lega
Il canto di uno stornello, Silvestro Lega

Ispirato alla vicina stagione macchiaiola, anche Baccio Maria Bacci del quale la Galleria espone Pomeriggio a Fiesole (Autoritratto) del 1926-29. Qui l’artista si raffigura seduto al tavolo della sua casa di Fiesole, affacciata su Firenze, insieme alla moglie, al cane e alla coppia di amici in un dipinto che racchiude diversi generi pittorici tenuti insieme da un’atmosfera elegante e informale.
I visitatori potranno dilettarsi nel confrontare questo con un altro convito, coevo ma molto distante per stile e cromie: quello rappresentato da Felice Casorati nel suo Lo straniero del 1930. Allontanatosi dalle Avanguardie novecentesche, in questi anni l’artista intraprende un percorso di recupero dell’arte antica e di autori come Giotto, Masaccio, Piero della Francesca con figure inserite in un contesto onirico e senza tempo. 

pomeriggio a fiesole baccio maria bacci
Pomeriggio a Fiesole (Autoritratto), Baccio Maria Bacci

E, a proposito di contesto onirico, a Palazzo Pitti è inoltre possibile ammirare Composizione metafisica (1950) di Giorgio De Chirico. Copia autografa di un’opera analoga, intitolata Canto d’amore realizzata sempre da De Chirico nel 1914 (oggi al Museum of Modern Art di New York), Composizione metafisica testimonia una delle operazioni più controverse del padre della Metafisica.

composizione metafisica giorgio de chirico
Composizione metafisica, Giorgio De Chirico

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Il Museo della Moda e del Costume

La Palazzina della Meridiana, chiamata così per via dello strumento astronomico che si trova al suo interno, ospita il Museo della Moda e del Costume. Fondato nel 1983 e recentemente spostato qui, è stato il primo museo statale italiano dedicato alla storia della moda e alla sua importanza sociale. La collezione integrale comprende numerosi abiti e accessori antichi, moderni e contemporanei, compresi costumi di scena (teatrali, di cinema e di lirica), indumenti intimi, gioielli e bigiotteria. 
Per ragioni di conservazione, l’esposizione varia ogni quattro anni e ciò che viene messo “a riposo” lascia il posto ad altri abiti della stessa epoca. 
Gli appassionati di tessuti, storia dello stile e abbigliamento non possono fare a meno di visitare questa perla di arte sartoriale italiana e internazionale: in mostra anche tanti esempi di manifattura inglese, francese, americana e austriaca, per intenditori e semplici curiosi. 

Questi sono solo alcuni consigli di opere e autori da non mancare, ma Palazzo Pitti è vasto e innumerevoli le suggestioni che regala: siamo certi che non faticherai a trovare altrettanti motivi di meraviglia e fascino.

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