Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco dal 1995, il centro storico di Siena ha mantenuto nei secoli la pianificazione urbana e l’aspetto acquisiti nel XII e XV secolo. Con la sua architettura gotica e l’atmosfera permeata di storia, costituisce esso stesso un suggestivo museo a cielo aperto. Piazza del Campo, teatro del celebre Palio di Siena, accoglie e stupisce i visitatori per la sua particolare conformazione a conchiglia, e non solo. Qui si trova anche la Fonte Gaia, fontana monumentale decorata con rilievi scultorei di Jacopo della Quercia (oggi sostituiti da copie per ragioni di conservazione) e la Torre del Mangia, simbolo della città.
Ma Siena vanta anche un patrimonio artistico di grande rilievo, custodito all’interno dei numerosi musei del centro: vediamoli insieme in questa passeggiata virtuale tra vicoli e contrade locali.
Il Museo Civico di Siena
Il Museo Civico di Siena situato all’interno del Palazzo Pubblico, in Piazza del Campo, è la prima tappa da visitare per chi vuole ammirare alcuni dei capolavori più importanti dell’arte senese e approfondire la storia della città.
Eretto per volontà del governo dei “Nove”, principale magistratura della Repubblica senese dal 1287 al 1355, il Palazzo Pubblico è da sempre sede delle istituzioni locali e spicca ancora oggi per la sua mole imponente – in perfetto stile gotico medievale – e per la Torre del Mangia, alta quasi 87 metri. Il nome della Torre trae origine dal campanaro Giovanni di Balduccio, noto con l’appellativo di Mangiaguadagni, abbreviato in Mangia, per via del suo rapporto dissennato col denaro.
Il Museo Civico si trova al primo piano del Palazzo e vi si accede dal Cortile del Podestà. Al suo interno si avvicendano numerosi cicli di affreschi, realizzati dal Trecento all’Ottocento, ad opera di alcuni dei più celebri artisti del tempo. Dalla Sala del Risorgimento, testimonianza dello spirito patriottico che animò la città fin dalla prima metà del XIX secolo, si passa agli ambienti successivi, decorati da pitture murarie Tre, Quattro e Cinquecentesche di autori quali Spinello Aretino, Martino di Bartolomeo e Domenico Beccafumi.
Superata la Cappella realizzata all’inizio del XV secolo e affrescata dal pittore Taddeo di Bartolo, si arriva quindi al cuore del Museo: la sala del Mappamondo o Sala del Consiglio. È l’ambiente più ampio del Palazzo Pubblico e deve il suo nome a un perduto disco di pergamena di Ambrogio Lorenzetti che rappresentava i possedimenti dello stato senese e il mondo conosciuto nel 1344.
Qui, sulla parete di sinistra, si ammira la famosa Maestà di Simone Martini, capolavoro del Gotico Internazionale realizzato tra il 1315 e il 1321. La Madonna è raffigurata seduta in trono con il Bimbo Gesù in grembo, circondata da Santi e angeli. Tra questi è possibile distinguere i quattro santi patroni della città di Siena (Sant’Ansano, San Savino, San Crescenzio e San Vittore); mentre sulla destra, si riconoscono Santa Caterina d’Alessandria e San Giovanni Battista, raffigurato secondo l’iconografia tipica del Santo.
L’opera – che conferma le influenze stilistiche di Duccio da Buoninsegna e Giotto – è completata da una cornice affrescata e da una serie di iscrizioni. Quella in basso lungo la fascia rossa descrive il carattere politico dell’affresco: “Responsio Virginis ad dicta santorum / Diletti miei, ponete nelle menti / che li devoti vostri preghi onesti / come vorrete voi farò contenti. / Ma se i potenti a’ debil’ fien molesti, / gravando loro o con vergogne o danni, / le vostre orazion non sono per questi / né per qualunque la mia terra inganni”. Un monito per conservare l’onestà di comportamento nella gestione del potere politico e la celebrazione di Maria come protettrice del Governo di Siena.
Di fronte alla Maestà, il Guidoriccio da Fogliano all’assedio di Montemassi del 1330, sempre opera di Simone Martini, ricorda i trionfi dello Stato senese.
Ma la visita non finisce qui e prosegue nella sala dei cicli del Buono e del Cattivo Governo, dove gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti, realizzati tra il 1338 e il 1339, evocano l’Allegoria del governo dei “Nove”. Tema del dipinto, che si sviluppa su tre pareti, è la rappresentazione di due opposti: il governo del Comune e quello della Tirannide con i rispettivi effetti su città e su campagna. Dal 2022 l’affresco è sottoposto a un accurato lavoro di restauro e potrebbe non essere sempre visibile.
Tuttavia, il resto del Museo con le altre sale, la monumentale loggia Trecentesca e la Torre, offrono un’esperienza unica, completata dal panorama mozzafiato che si apre sulla campagna senese. Tutti ottimi motivi per procurarsi subito un biglietto di ingresso!
Santa Maria della Scala
Poco distante da Piazza del Campo, Piazza Duomo ospita la cattedrale cittadina e il complesso museale di Santa Maria della Scala, disposto su ben 7 livelli architettonici diversi.
Una conformazione frutto di interventi e integrazioni avvenuti tra il XII e il XV secolo e che si riflette nella ripartizione interna degli spazi.
Nato come ospedale e luogo di ricovero per pellegrini, orfani e bisognosi, oggi l’edificio è la sede del Museo Archeologico Nazionale, della Biblioteca e Fototeca Giuliano Briganti, della Collezione Piccolomini Spannocchi, della Fonte Gaia e del Museo d’Arte per Bambini.
Vediamone alcuni nel dettaglio.
Museo Archeologico Nazionale
Inaugurato nel 1931, il Museo Archeologico fu trasferito all’interno di Santa Maria della Scala negli anni Ottanta, inizialmente negli spazi dell’antico pellegrinaio delle donne e alcuni locali vicini. Nel 2001 viene spostato nella collocazione attuale, al piano più basso del Museo, dove cunicoli in arenaria e gallerie di mattoni fanno da scenografica cornice alla preziosa collezione di manufatti antichi. Urne, vasi e numerosi altri rinvenimenti archeologici – provenienti anche da raccolte private – segnano il percorso lungo la storia delle civiltà locali, di epoca etrusca e romana.
Una meta immancabile per gli appassionati del genere in visita a Siena.
Collezione Piccolomini Spannocchi
La Collezione Piccolomini Spannocchi è il risultato di ben tre gruppi di raccolte distinte, formate nel corso degli anni da diversi membri delle due famiglie e infine confluite e unificate nella raccolta attuale. Inizialmente smembrata tra il Museo Civico e la Pinacoteca Nazionale di Siena, è oggi esposta all’interno dell’antico ospedale della Scala.
La sua origine precede la sua costituzione ufficiale, avvenuta nel 1774 con il matrimonio tra Caterina Piccolomini di Modanella e Giuseppe Spannocchi, dai quali prese il nome.
Il primo gruppo di dipinti – contenente opere di Lorenzo Lotto, Giovanni Battista Moroni, Sofonisba Anguissola e Albrecht Dürer – venne infatti recuperato da Lidovino Piccolomini di Modanella (1611-1680) dalla “celeste galeria” dei Gonzaga di Mantova, saccheggiata nel 1630 dai lanzichenecchi. Dobbiamo a questo nobile senese, collezionista e amante dell’arte, la creazione del nucleo costitutivo. Da Trento, sede originaria della raccolta, le opere vennero spostate e integrate a Siena giungendo intatte fino a Caterina Piccolomini che, insieme al marito, sarà l’ultima erede della collezione come la conosciamo oggi. Il Museo della Scala ne custodisce i numerosi dipinti, opera di maestri senesi e celebri pittori italiani (Ludovico Dondi, Lorenzo Lotto, Correggio, Giovan Battista Moroni e Tintoretto) e nord-europei (Alrecht Düerer, Rubens e Albrecht Altdorfer tra gli altri).
Museo d’Arte per bambini
L’antica spezieria è la casa del Museo d’Arte per bambini: un luogo costruito e adibito a misura di bambini e ragazzi. Nei suoi spazi si snoda infatti una collezione di sculture, pitture su tela o su tavola, fotografie, video e installazioni interamente dedicata all’infanzia.
Non solo: un ricco programma di attività educative – adeguate alle diverse fasce d’età – guida i piccoli visitatori alla scoperta dell’arte con contenuti tematici mirati. Un’ulteriore conferma, se mai ce ne fosse bisogno, di quanto anche i musei possono essere esperienze stimolanti per bambini e adolescenti.
Prima di lasciare Santa Maria della Scala, non dimenticare di fare visita al quarto e ultimo piano dell’edificio, dove si concentra la maggior parte degli ambienti monumentali e assistenziali dell’antica struttura. Tra questi, il grandioso pellegrinaio maschile affrescato tra il 1439 e il 1446 da Lorenzo di Pietro, Domenico di Bartolo e Priamo della Quercia, con episodi della storia e delle attività dell’ospedale. La vivacità delle scene e dei colori e le audaci illusioni prospettiche non potranno certo lasciarti indifferente!Prenota ora la tua visita a Santa Maria della Scala.
Opera del Duomo
Nel nostro tour tra i Musei da vedere a Siena non può mancare una sosta al Museo dell’Opera del Duomo, che si snoda su più piani all’interno della navata destra del Duomo Nuovo. Iniziata nel 1339, la costruzione della nuova cattedrale venne interrotta dopo la peste del 1348. Oggi custodisce capolavori e manufatti di inestimabile valore, come le opere di Duccio di Buoninsegna e le sculture di Giovanni Pisano, Donatello e Jacopo della Quercia.
Al piano terra sono esposti alcuni squisiti esempi di arte Due, Tre e Quattrocentesca: le statue in marmo realizzate da Giovanni Pisano raffiguranti Sibille, Profeti e Filosofi dell’antichità e inizialmente destinate alla facciata della Cattedrale; la Madonna in trono col Bambino e il cardinal Casini, bassorilievo di Jacopo della Quercia originariamente nella cappella di S. Sebastiano in Duomo; la Madonna col Bambino, detta Madonna del Perdono, tondo ad opera di Donatello proveniente dall’antico altare della Madonna delle Grazie in Duomo; e la grande Vetrata di Duccio di Buoninsegna, di 6 metri di diametro e dedicata a tre storie della Vergine (la Sepoltura, l’Assunzione e l’Incoronazione).
Protagonista assoluta del primo piano è invece la Maestà di Duccio di Buoninsegna, considerata a buon diritto uno dei massimi esempi della pittura su tavola del XIV secolo. Realizzata tra il 1308 e il 1311 l’ancona è mirabilmente decorata da entrambi i lati. Su quello anteriore, è raffigurata la Vergine in trono con il Bambino, attorniati da un coro di dieci Angeli e da diverse file di Santi, tra cui i quattro patroni di Siena. Nel registro superiore, sono invece riconoscibili gli Apostoli. Sul retro è rappresentata la Passione di Cristo suddivisa in 26 scene. Oltre ai due corpi centrali, la pala era composta in origine anche da due predelle (tuttora al Museo del Duomo) e da altri pannelli, divisi tra Siena e altri musei del mondo.
Secondo una fonte dell’epoca, la nuova collocazione della tavola venne accompagnata da una grande processione cittadina: nei secoli successivi fu invece spostata e smembrata. Solo a partire dal 1878 fu ricostruita – quasi integralmente – e nuovamente celebrata quale capolavoro. Oggi i visitatori rimangono estasiati davanti alla molteplicità dei soggetti, alle linee sinuose dei panneggi, ai contrasti cromatici e alla luminosità del fondo oro, sapientemente realizzati da questo immenso Maestro.
Procedendo lungo il percorso della mostra, la Sala del Tesoro conta più di duecento suppellettili legate alla liturgia sacra, mentre al piano superiore sono visibili numerosi dipinti su tavola e tela di soggetto sacro, pale d’altare di scuola senese risalenti al XV e XVI secolo e un’importante collezione tessile.
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La Pinacoteca Nazionale
La Pinacoteca Nazionale di Siena, situata nei suggestivi Palazzo Buonsignori e Palazzo Brigidi, rappresenta uno dei poli museali più significativi della città, e ospita la più completa collezione di arte senese del Trecento e Quattrocento. Questo tempio dell’arte locale nasce dall’iniziativa di due illuminati ecclesiastici del Settecento, l’abate Ciaccheri e l’abate De Angelis. Entrambi si adoperarono per preservare il patrimonio dalla dispersione raccogliendo le opere a rischio di abbandono provenienti da conventi soppressi, compagnie laicali e chiese in rovina.
La collezione, arricchita nel tempo grazie a generose donazioni, conta oltre 150 quadri che includono capolavori di Duccio, Simone Martini, i fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti, e prosegue attraverso il Quattrocento con opere di Giovanni di Paolo, Sano di Pietro, il Sassetta e il Vecchietta. Il museo, aperto al pubblico dal 1932, presenta opere cinquecentesche appartenenti ai maestri del manierismo senese: Domenico Beccafumi, Sodoma, Riccio, Marco Pino, Brescianino fino ad arrivare ai capolavori del Seicento.
A chi invece preferisce la storia della scienza e della tecnica, suggeriamo una visita agli altrettanto famosi Museo di Storia Naturale dell’Accademia dei Fisiocritici – dedicato alle collezioni di botanica, zoologia e anatomia – e al Museo dell’Acqua, dove è possibile scoprire i cosiddetti “bottini”, la rete di acquedotti sotterranei che alimentano la città.
L’offerta museale senese è dunque piuttosto ricca e riesce a conquistare appassionati di arte e cultura provenienti da tutto il mondo.