Gotico-Tardo Gotico

Annunciazione S. Martini - main image

È nell’Europa del XIII secolo che lo stile Gotico prende forma e si sviluppa influenzando profondamente arte e cultura fino al XV secolo.
In una società distinta dall’ascesa di signorie, principati, regni ma anche movimenti religiosi, il Gotico è il linguaggio utilizzato da pittori, scultori e architetti chiamati a corte per tradurre in immagini i princìpi e le idee di quegli ambienti; principi come l’amore per la natura, per il creato, per la luce intesa come manifestazione della divinità, la religiosità, lo studio dell’uomo e delle sue emozioni.

L’architettura Gotica – Le grandi chiese

Il Gotico si forma prima in architettura e in scultura e solo mezzo secolo più tardi in pittura. Già a fine XII sec. si intravedono i segni del nuovo movimento, come nell’Abbazia di San Galgano (iniziata nel 1218), ma è solo tra il XIII e il XIV secolo, con la costruzione delle basiliche di Santa Maria Novella (iniziata nel 1279), di Santa Croce (iniziata nel 1294), del Duomo a Firenze e la cattedrale di Siena (iniziata nel 1220), che raggiunge la sua massima espressione.

A differenza del Gotico d’Oltralpe, slanciato e verticale, alleggerito da grandi vetrate colorate, quello italiano è moderato, con strutture massicce rifinite con marmi bianchi, verdi e neri che ancora oggi dominano le piazze medievali delle nostre città. Gli interni di queste maestose chiese sono decorati con affreschi spesso rappresentanti Storie delle Sacre Scritture, storie ad uso dei fedeli, educati ai principi della religione attraverso la potenza comunicativa delle immagini. Sulle facciate iniziano a comparire le sculture che, come per gli affreschi, diventano anch’esse strumento per insegnamenti morali e religiosi.

Due esempi straordinari di architettura gotica a Firenze sono il Campanile di Giotto (1267 ca.-1337) e la struttura della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, entrambi in piazza del Duomo. Il Campanile è la maestosa torre posta accanto alla cattedrale, con base quadrata di circa 15 metri per lato, alta quasi 85 metri.

Affidata nel 1334 a Giotto, la struttura è successivamente assegnata al suo allievo Andrea Pisano (1290 ca.-1348) e poi completata da Francesco Talenti (1305 ca.-1369) nel 1359. L’esterno è rivestito di marmi bianchi, rossi e verdi a motivi geometrici e floreali intervallato da nicchie al cui interno sculture e rilievi illustrano le Virtù cristiane, i Sacramenti, le Arti liberali ma anche scene bibliche come la creazione di Adamo ed Eva.
Il grande Campanile è oggi visitabile e per arrivare alla sua sommità è necessario salire 398 gradini.
La cattedrale fiorentina è invece frutto di un lunghissimo lavoro che ha inizio nel 1296 e terminerà solo nel 1887. Oggi di Gotico ci resta solo la struttura da disegno di Arnolfo di Cambio (1245 ca.-1310 ca.).

Il Gotico in pittura: Le grandi pale a fondo oro

È nel Trecento, grazie ai toscani Cimabue (1240-1302), Duccio di Buoninsegna (1255 ca.-1319), Giotto, Simone Martini (1284-1344), i fratelli Ambrogio (1290-1348) e Pietro Lorenzetti (1280-1348) che lo stile gotico si apre alla pittura.
Emancipati dall’influenza del sobrio stile bizantino, piatto e monumentale, è attraverso le intuizioni, prima di Cimabue e Duccio di Buoninsegna e poi del grandissimo Giotto con lo studio dello spazio e l’introduzione della prospettiva, che si arriva a una resa più naturalistica dei soggetti.

Esempio ne è la grande Maestà di Giotto, oggi agli Uffizi, del 1310 ca., dove la rigidità bizantina è ormai superata per lasciare posto a una nuova tridimensionalità che rende verosimile lo spazio.
Volti e gesti per la prima volta sono umanizzati, la Madonna regge amabilmente la gamba del suo Bambino seduto sulle sue ginocchia, i dettagli sono sorprendentemente verosimili, come i fiori mariani nelle ampolle o il legno nodoso dove poggiano i piedi di Maria.

Un ulteriore passo si compie con i senesi Simone Martini e i fratelli Lorenzetti, grazie ai quali soggetto e spazio divengono ancor più reali e l’opera si impreziosisce di nuovi elementi; come le punzonature degli sfondi e l’inserimento di pietre preziose, tutti elementi atti ad acuire il contrasto luce-oro.

L’Annunciazione capolavoro di Simone Martini del 1333, oggi conservato nella Galleria degli Uffizi ne è epitome: La Madonna si ritrae quasi spaventata, in un gesto che pare repentino, all’arrivo dell’Arcangelo che le annuncia il suo destino. La scena si svolge in un’atmosfera teatrale e allo stesso tempo astratta, enfatizzata dalla lucentezza dello sfondo e dalla precisione dei dettagli del pavimento, dei fiori e del libro semiaperto tra le dita affusolate della Vergine.

Sarà il tragico avvento della peste nera, che a metà Trecento colpirà tutta Europa decimando la popolazione e causando la morte di molti grandi artisti – come Ambrogio e Pietro Lorenzetti, Andrea Pisano, Bernardo Daddi (1290 ca.-1348), Maso di Banco (+1348) – a segnare un inevitabile cambiamento nella società e conseguentemente nella rappresentazione delle arti.
Smarrimento e solitudine sono nuovi sentimenti da interpretare e raccontare, in arte come in letteratura, ecco le grandi opere come il Decameron (1349-1353) di Giovanni Boccaccio (1313-1375). Anche in pittura la paura della morte e del castigo divino diventano protagonisti delle opere: si moltiplicano negli affreschi delle chiese scene rappresentanti il Giudizio Universale o il Trionfo della morte, che in Toscana si possono ammirare negli affreschi di Buonamico Buffalmacco (1290 ca.-1340) nel Campo Santo di Pisa (1336-1341) e di Taddeo di Bartolo (1362-1422) nella Collegiata di San Gimignano (1393).

Il Tardogotico o Gotico Internazionale

Come sempre la politica entra nel vivo del costume e della vita sociale; la cattività avignonese della Chiesa di Roma, che dal 1309 aveva trasferito la sede papale ad Avignone in Francia, è certamente tra i motivi dell’avvicinamento del Gotico italiano al gusto francese, più raffinato e decorativo nella preziosa rappresentazione di vesti, oggetti e dettagli naturali.

A Firenze sono figure come lo Starnina (1354 ca.-1413) e Lorenzo Monaco (1370 ca.-1425) a introdurre la cultura del Gotico Internazionale, ma determinante è l’arrivo in città del marchigiano Gentile da Fabriano (1370 ca.-1427). La celeberrima Adorazione dei Magi (1423) è tra le opere più rappresentative di questo stile, oggi conservato agli Uffizi. In questa sontuosa opera l’artista riesce ad inserire il lungo viaggio del Magi, guidato dalla stella cometa, verso la Sacra Famiglia. La provenienza orientale è sottolineata dal grande corteo multietnico e dagli animali esotici che viaggiano con loro: la preziosità dell’oro delle armature e delle vesti sta a sottolineare la loro importanza. La sontuosa cornice intagliata e dorata inquadra la raffinatezza dell’esecuzione e la preziosità dei dettagli delle stoffe e dei finimenti, così come la ricchezza dei particolari naturalistici e di costume. Il dipinto, commissionato dal ricco banchiere Palla Strozzi, originariamente era pensato per la cappella di famiglia nella chiesa di Santa Trinita a Firenze. Oggi l’opera si trova alla Galleria degli Uffizi.

È straordinario sapere che al contempo, nella stessa città, partendo da idee, spunti e principi tanto differenti, nasce un movimento che prenderà il nome di Rinascimento, l’altra corrente artistica e culturale che segnerà in Italia la fine del Tardo Trecento e dello stile Neo Giottesco.
Già con il Gotico Internazionale il gusto era virato verso una preziosità e raffinatezza delle decorazioni, con una figurazione quasi fiabesca delle scene bibliche (come abbiamo osservato nell’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano) e manifestata nella scultura principalmente nell’accentuazione dei rilievi e delle dorature.

Un esempio dell’arte “di mezzo” è il risultato, diverso ma non per questo meno prezioso, delle opere di Lorenzo Ghiberti (1378-1455), artista che si colloca proprio tra il Tardogotico e il Primo Rinascimento. Scultore, orafo, architetto e scrittore, Ghiberti ha avuto l’abilità di fondere il gusto elegante del Gotico internazionale con il naturalismo Rinascimentale nella sua arte. Attraverso i letterati umanisti presenti in città che, pian piano, riscoprono i classici greci e romani e i loro valori, anche lo spirito e i principi dell’arte figurativa si modificano.
Dei classici si scoprono e re-interpretano la produzione letteraria e filosofica ma anche quella artistica. Assorbiti e fatti propri i valori di fedeltà alla natura, alla prospettiva, alla centralità dell’uomo e del suo corpo divengono i principi degli artisti che presto saranno protagonisti del Rinascimento fiorentino.
Un’opera esempio del nuovo atteggiamento è la straordinaria formella del Sacrificio di Isacco (1401), ora conservata al Museo del Bargello. Realizzata da Lorenzo Ghiberti per il concorso della Porta nord del Battistero di Firenze è di tale forza innovativa che gli garantirà la vittoria. Ghiberti inscena la tragica storia estraendo, dallo sfondo piatto, figure perfettamente proporzionate e create dopo un evidente e approfondito studio dei modelli antichi.
Alla decorazione della Porta, Ghiberti lavora dal 1401 al 1429, modellando ben 28 formelle che illustrano le Storie del Nuovo Testamento.

Foto: Annunciazione, 1333, Simone Martini

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