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Casa Martelli: un’immersione nella vita di un’antica dinastia fiorentina

Casa Martelli: un’immersione nella vita di un’antica dinastia fiorentina

casa martelli firenze interno
casa martelli firenze interno

Per chi non è di Firenze forse questo nome non dirà nulla, eppure i Martelli sono stati un potente casato noto in città fin dal Quattrocento. Banchieri affermati, molto vicini alla famiglia Medici, hanno mantenuto a lungo ricchezze e potere, occupando la storica dimora familiare di via Zannetti fino al 1986, anno della morte di Francesca (1886-1986), signorina e ultima discendente. 
Casa Martelli è stata aperta al pubblico nel 2009 e oggi è uno dei più affascinanti musei minori di Firenze. Gli spazi, gli oggetti e le opere d’arte ci raccontano lo stile di vita di questi illustri esponenti della nobiltà fiorentina. Partiamo dunque da loro, dai manufatti tuttora presenti nella casa, per ripercorrere insieme la storia dei Martelli attraverso i secoli. 

Lo storico legame con i Medici e i contatti con il mondo dell’arte

A Casa Martelli c’era un’usanza: quando il primogenito si sposava, poteva apportare modifiche al palazzo di famiglia, di proprietà dei Martelli fin dal Cinquecento, per adattarlo al proprio gusto. E Niccolò Martelli (1778-1853) rispetta la tradizione. Per la moglie Caterina de’ Ricci fa allestire un nuovo appartamento estivo con affreschi “a paese” eseguiti da Niccolò Contestabili: la sala boschereccia al piano terra, tra le più stupefacenti per chi visita il Museo. Rovine, figure umane e statue classicheggianti sono immerse in una foresta lussureggiante, in un ambiente che conserva tutt’oggi un’atmosfera incantevole e suggestiva

Ma Niccolò non si ferma qui: negli anni successivi interviene nuovamente nell’assetto decorativo dell’edificio, questa volta al piano nobile. Intenzionato a celebrare le glorie passate dei suoi avi, incarica diversi artisti di dipingere i soffitti delle prime tre sale con episodi storici. Così nella seconda sala, affidata nuovamente a Contestabili nel 1820, assistiamo al matrimonio morganatico1 tra Cosimo I de’ Medici e Camilla Martelli. Le nozze, avvenute nel 1570 dopo la morte di Eleonora da Toledo, prima moglie del granduca, confermano la stretta e lunga relazione tra le due famiglie. Relazione dalla quale era nata, nel 1568, Virginia. 

Roberto Martelli e la bottega di Donatello

Della prima e della terza sala si occupa invece Antonio Marini che raffigura, rispettivamente, la concessione da parte del Duca di Calabria dei gigli d’oro da apporre allo stemma Martelli, avvenuta nel 1455; e la visita di Roberto Martelli (1408-1464) alla bottega di Donatello. Una scena che rivela un altro dettaglio saliente della storia del casato: i rapporti di lunga data con il mondo dell’arte.  
Roberto, secondo di tredici nipoti del capostipite Ugolino, era titolare del banco mediceo a Basilea e, forte dei suoi capitali, aveva commissionato a Donatello l’Arme di Casa Martelli (1460 ca.; al centro, come vedremo più avanti, di un’altra curiosa vicenda), il San Giovanni Battista (1455-1460 ca.) e la Crocifissione (1450-1455 ca.), tutti al Museo del Bargello. Nella volta della sala si riconoscono alcune di queste opere insieme ad altre sculture dell’artista: il San Giorgio per Orsanmichele e i Putti per le cantorie del Duomo. Accanto a uno sgabello, in primo piano, anche un cesto di vimini che ricorda la splendida Tomba di Niccolò e Fioretta Martelli (genitori di Roberto) realizzata sempre da Donatello – ed elogiata dal Vasari2 nelle sue Vite – per la cappella di famiglia nella Basilica di San Lorenzo. 
Fin dal Quattrocento i Martelli fanno di tutto per consolidare il proprio legame con i Medici e sono tra i primi a contribuire economicamente alla fabbrica lorenziana voluta dai signori di Firenze. 

crocifissione donatello museo del bargello
Crocifissione, Donatello

La quotidianità di una famiglia patrizia del Settecento 

Nei salotti dei Martelli si fanno affari, si discorre di musica e cultura, si danza e si beve cioccolata calda attorniati da opere d’arte. È con questa immagine che la famiglia accoglie i visitatori nella prima stanza della quadreria. Una quadreria iniziata grazie all’influenza di Teresa Gerini, moglie di Niccolò Martelli (1634-1711)3 e figlia di un importante collezionista d’arte. Per le loro nozze viene fatto costruire anche lo scalone d’accesso al primo piano con la meravigliosa balaustra in ferro battuto. Da questo momento in poi la dimora dei Martelli si arricchisce di dipinti, ma anche di oggetti di oreficeria, stampe e libri.

la congiura di catilina salvator rosa
La congiura di Catilina, Salvator Rosa
giuramento di bruto contro i tarquini per la morte di lucrezia luca giordano
Giuramento di Bruno contro i Tarquini per la morte di Lucrezia, Luca Giordano

Del primo nucleo della collezione, oltre a La congiura di Catilina di Salvator Rosa (seconda metà del XVII secolo) e al Giuramento di di Bruto contro i Tarquini per la morte di Lucrezia (seconda metà del XVII secolo) di Luca Giordano – entrambi nella prima sala – facevano parte anche una Cucina di Caravaggio (purtroppo non pervenuta) e La Gallega di Diego Velázquez, oggi in una raccolta privata. Capolavori che, a metà Settecento, valgono ai Martelli prestigio e ammirazione.

la gallega velazquez
La Gallega, Diego Velázquez

Il ritratto di famiglia

Negli stessi anni giunge a Casa Martelli anche il San Giovanni Battista di Donatello, eredità del canonico Bernardo Martelli (1673-1752), ultimo discendente del ramo di Roberto. Non resta che celebrarla con un omaggio degno della sua eccezionalità: un ritratto di famiglia, anzi un conversation piece, genere di pittura allora molto in voga nell’Europa del Nord. Datato 1777 e realizzato da Giovan Battista Benigni, attesta l’agio e la raffinatezza della famiglia: in una delle stanze della galleria, siedono sulla sinistra il capofamiglia Niccolò e la moglie Maddalena Tempi. Accanto a loro, il primogenito Marco (1740-1813) rivolge lo sguardo alla consorte Teresa Pucci, in piedi con l’abate Giuseppe, terzogenito di Niccolò. Ai lati, i due fanciulli – Niccolò e Maddalena – figli di Marco. Dietro al gruppo, centrale ma defilato, il cameriere Filippo Neri Baldini serve la cioccolata calda: bevanda prelibata e molto costosa ai tempi. Sulla destra vediamo invece l’anziano conte Gerini, mentre dietro di lui una coppia di visitatori ammira una scultura: proprio quel San Giovanni Battista che era appena rientrato nel patrimonio fiorentino.
Ma questa non è l’unica opera che possiamo riconoscere nel dipinto: alle spalle del gruppo, in posizione preminente, la già citata Congiura di Catilina e, sulla parete sinistra, il capolavoro di Velázquez, poi venduto. I ritratti di famiglia circostanti, le pitture di paesaggio, gli arredi preziosi e alla moda confermano la varietà della collezione e il gusto sofisticato dei Martelli

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Scandali amorosi e vicissitudini politiche

Come ogni famiglia, anche quelle nobili nascondono qualche scheletro nell’armadio, che talvolta si tramuta in scandalo aperto. Uno dei più noti riguarda Marco Martelli, primogenito e padre di tre figli illegittimi avuti da una relazione segreta. Per riparare all’onta, l’asse ereditario viene spostato sul secondogenito Alessandro (1812-1904), unito ufficialmente in matrimonio con Marianna Valuti Zati dei duchi di San Clemente e futuro nonno delle ultime proprietarie della Casa. 
In questa occasione viene realizzato il dipinto a soffitto della Sala dell’Amore – scoperto durante i lavori di restauro del 2008 – con Amore che domina il mondo. Cupido è affiancato dalle allegorie della Temperanza e dell’Unione legale: un messaggio inequivocabile sui valori morali vigenti a Casa Martelli. 

Siamo arrivati così molto vicini ai giorni nostri, ma prima di concludere facciamo un ultimo passo indietro nella storia di questa lunga e articolata famiglia per recuperare un elemento menzionato qualche riga fa che ha un peso fondamentale per la nascita del Museo. Torniamo all’epoca di un altro Marco Martelli (1740-1813). Esiliato in Francia insieme ad altri nobili toscani per ordine del governatore francese durante il dominio napoleonico, continua ad arricchire da lontano la galleria fiorentina: tra i suoi acquisti più riusciti, le due tavole di Pieter Brueghel il giovane Festa di nozze in una casa contadina e Scena campestre, (1564) collocate sopra le porte della terza sala. Ma non è solo per questo che merita di essere ricordato. Mentre era ancora a Firenze, aveva fatto spostare da un altro palazzo di sua proprietà lo stemma di Donatello (quello commissionato nel XV secolo dal suo antenato Roberto). A seguito di alcuni lavori di risistemazione del palazzo, decide di porlo alla sommità dello scalone, dove oggi si trova però una copia. L’originale è conservato infatti al Bargello, ma come ci è arrivato? È una storia che si intreccia con la nascita stessa del Museo Martelli.

festa di nozze in una casa contadina brueghel
Festa di nozze in una casa contadina, Pieter Brueghel

Un Museo nato quasi per caso: la questione dell’eredità Bardini 

Figlio del grande antiquario Stefano, Ugo Bardini muore nel 1965 lasciando precise volontà circa i suoi beni. Secondo il testamento, il suo patrimonio sarebbe dovuto andare al soggetto pubblico che fosse riuscito a venderlo per acquistare due opere databili non oltre il XVI secolo da donare agli Uffizi, se di pittura, o al Bargello, se di scultura. La stima dell’eredità è di più di 35 miliardi di vecchie lire e la questione rimane a lungo senza soluzione. Fino a che, nel 1995, lo Stato italiano istituisce una commissione per individuare le opere adatte all’operazione. Per le Gallerie degli Uffizi vengono acquistati due pannelli di un polittico di Antonello da Messina, la Madonna col bambino e due Angeli e San Giovanni Evangelista (1465-1470 ca.). Per il Bargello si decide invece per l’Arme monumentale in pietra della famiglia Martelli, proprio quello realizzato da Donatello per Roberto Martelli. Si tratta di uno scudo in pietra serena dipinta, che raffigura un grifo d’oro sorretto da un “banditore” mediante nastri allacciati al collo. Il volto dell’uomo esprime tutta la fatica del gesto, animando con una forza vitale inedita – tipica dello scultore – la rigidità dello stemma araldico.  
Ebbene, l’Arme Martelli era a quel tempo proprietà della Curia di Firenze, lascito di Francesca Martelli insieme alla Casa. Ad affare concluso, l’Ente ecclesiastico cede non solo l’opera, ma tutto l’edificio e il suo contenuto. È così che iniziano i lavori di adeguamento della Casa Museo, che si concludono con l’apertura al pubblico e la riscoperta della storia di questa gloriosa e longeva dinastia. 

san giovanni evangelista madonna con bambino e due angeli antonello da messina
San Giovanni Evangelista (sn); La Madonna col Bambino e due angeli (ds), Antonello da Messina

Raro esempio di dimora familiare intatta, Casa Martelli è un’eccellenza del patrimonio italiano non solo per il suo variegato repertorio artistico, ma anche per le vicende umane delle quali conserva traccia. Un’eredità culturale, storica e sociale di inestimabile valore.

  1. Il matrimonio morganatico avveniva tra persone di ceti sociali diversi. Pur essendo una cerimonia ufficiale, il consorte del rango più basso (solitamente la moglie) e i suoi eredi non avevano alcun diritto di successione.
  2. Artista, architetto e uomo di lettere alla corte dei Medici, Giorgio Vasari (1511-1574), fu anche autore de Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri (edito nel 1550 e nel 1568, con aggiunte), opera fondamentale per la storiografia artistica italiana.
  3. Dal XVII secolo fino a metà Ottocento tutti i primogeniti Martelli si chiameranno Niccolò o Marco.

Interno di Casa Martelli, Firenze. Foto: Museo Nazionale del Bargello / Casa Martelli.

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