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Rinascimento

A partire dalla fine del 1300 fino alla prima metà del 1500, un’ondata di rinnovamento si diffonde in Europa. Il centro di questa trasformazione – che prende il nome di Rinascimento – è la città di Firenze. Tra Quattro e Cinquecento si assiste a un vero e proprio risveglio dell’arte e della cultura, alimentato anche dalla riscoperta dell’età classica e dei suoi splendori.
A Roma vengono riportati alla luce edifici antichi e sculture, collezionate e celebrate per la loro straordinaria bellezza; mentre dall’Oriente i testi dei filosofi greci giungono a Firenze, dove vengono studiati e copiati, fornendo nuova ispirazione ad artisti e pensatori dell’epoca.
Firenze e il risveglio della cultura e dell’arte
Dominata da una classe dirigente di ricchi banchieri e commercianti, Firenze è una delle città più prospere e influenti d’Europa. Le condizioni sono perfette per accogliere l’inizio di questo nuovo corso storico: qui, infatti, le famiglie più in vista, le corporazioni delle Arti e mestieri e la Chiesa sono disposte a investire ingenti somme di denaro per lo sviluppo urbano.
Tra gli attori principali di questo rinnovato slancio culturale, la famiglia Medici che pian piano riesce a raccogliere attorno a sé una cerchia di scrittori, filosofi e artisti così ben nutrita da valere a Firenze il soprannome di Novella Atene.
I Medici, tra politica e mecenatismo
Il potente banchiere Cosimo de’ Medici detto il Vecchio (1389-1464), intuisce subito che la promozione culturale della sua città può aumentare la fama e il potere politico della sua famiglia. Fortemente attratto dai cimeli antichi (passione che trasmetterà al nipote Lorenzo), finanzia anche alcuni degli artisti più in voga del momento: tra i suoi protetti troviamo nomi del calibro di Filippo Lippi, Lorenzo Ghiberti e Andrea del Castagno.
Ma è con Lorenzo, detto il Magnifico, che il programma culturale dei Medici si realizza appieno. Alla sua corte si radunano importanti pensatori come Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, ma anche artisti noti oggi in tutto il mondo come Sandro Botticelli e persino un giovanissimo Michelangelo.
Nel tempo, i Medici instaurano a Firenze una signoria de facto, tenendo le redini della politica cittadina e influenzando anche quella estera.
La cultura rinascimentale
Tipica di questo periodo storico è la concezione dell’intellettuale come figura pubblica e sociale. Durante il Medioevo, le persone più colte erano prevalentemente uomini di chiesa, legati alla cultura cristiana tardoantica o appena successiva. Con il Rinascimento invece, scrittori, filosofi e pensatori di ogni tipo si calano nel mondo secolare: gli artisti più in vista diventano celebrità, politici come Lorenzo il Magnifico scrivono componimenti e filosofi come Pico della Mirandola sono sostanzialmente laici. Ciò che li accomuna e che li distingue dai predecessori, è la passione per l’arte e la cultura pagane, basti pensare alla forte matrice Neoplatonica che contraddistingue il circolo di umanisti attorno ai Medici.
La libertà dai vincoli ecclesiastici è resa possibile dalla protezione dei nuovi sovrani e potenti europei (compresi non pochi papi!) e dal benessere economico e sociale che pian piano si diffonde in questi anni. Artisti e letterati rinascimentali si sentono superiori ai colleghi medievali, troppo legati al dogmatismo religioso, e promuovono un concetto fondamentale: l’uomo virtuoso e dotato di ragione è al centro dell’universo, è misura di tutte le cose, è artefice del proprio destino e dunque libero dalla Divina Provvidenza.
Il Rinascimento nell’arte
In ambito artistico, la prima fase di questo importante rinnovamento avviene a cavallo tra il Tre e il Quattrocento, ed è generalmente conosciuta come Primo Rinascimento. I suoi protagonisti principali sono Filippo Brunelleschi, Masaccio e Donatello, rispettivamente in architettura, pittura e scultura. Abbandonato lo stile tardo gotico, recuperano i canoni estetici classici e vi affiancano nuovi studi sulla prospettiva, l’anatomia artistica e l’ingegneria civile.
Durante il Quattrocento, l’approccio innovativo dei tre padri del Rinascimento comincia a diffondersi tra gli artisti di Firenze, tra i quali anche Sandro Botticelli e Piero del Pollaiolo, per culminare infine nelle opere di Leonardo da Vinci, Michelangelo e Raffaello.
Leonardo, uomo dalla sconfinata curiosità, con i suoi studi nelle materie più disparate incarna perfettamente l’ideale dell’intellettuale rinascimentale. Le sue opere, sebbene poche, ne dimostrano il genio precoce e insaziabile, capace di introdurre novità assolute come lo sfumato.
Le sculture di Michelangelo sembrano prendere vita e non hanno più niente da invidiare a quelle antiche, anzi le superano per grandiosità e realismo: il suo David (1501-1504, Firenze, Galleria dell’Accademia) stupisce ancora oggi per bellezza e maestosità.
Raffaello, il più giovane dei tre, dopo l’apprendistato con il Perugino e memore delle innovazioni dei due grandi maestri, realizza dipinti di una grazia unica, nei quali ordine umano e divino sembrano coincidere.
Questi tre artisti, vissuti tra il Quattro e il Cinquecento, rappresentano l’apice formale, intellettuale e artistico di quello che viene oggi chiamato Secondo Rinascimento e che apre la strada al movimento artistico successivo: il Manierismo.
Foto: Primavera, 1477–1482, Sandro Botticelli
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