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Masolino da Panicale

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Per anni erroneamente dimenticato dalla critica nella fatica «per conseguire la perfezzione» (G. Vasari)

Masolino da Panicale è stato un artista talentuoso, per l’eleganza delle forme, la tenue modellazione dei corpi e il raffinato cromatismo il suo stile è da collocarsi nel Tardo Gotico Internazionale.

Origini incerte e inizio della carriera

Gli studiosi non hanno certezza sulle origini di Tommaso – da cui Maso – di Cristoforo Fini, ovvero di Masolino. Si suppone che sia nato attorno al 1383, ma non è certa la località. È soprannominato Masolino da Panicale perché i primi studiosi, tra cui Giorgio Vasari, identificano il suo luogo di nascita con Panicale in Valdelsa, città però inesistente. Altri invece, sostengono che sarebbe nato a Panicale, un paesino dell’Umbria vicino al confine toscano.

Studi recenti individuano nel padre un funzionario e ‘imbianchino’ dell’importante famiglia lombarda dei Visconti – che a fine Trecento governava gran parte della penisola, incluso l’entroterra toscano e umbro. È probabile che questa vicinanza alla cultura lombarda sia la ragione delle affinità dello stile di Masolino con quello del Nord Italia.

Come per altri artisti, la professione del padre determina la scelta di Masolino di diventar pittore. Si pensa che inizi la sua attività come allievo di Lorenzo Ghiberti (1378-1455) mentre quest’ultimo lavorava alla maestosa prima porta del Battistero di Firenze all’inizio del Quattrocento.

È naturale pensare che questa esperienza sia stata fondamentale per la sua formazione, testimone in prima linea delle tecniche, dei princìpi e non meno della bellezza delle forme del Ghiberti; tutto questo all’alba dell’imminente Rinascimento fiorentino.

Tra le prime opere documentate di Masolino, la Galleria degli Uffizi oggi conserva la Madonna dell’Umiltà (ca. 1423), opera emblema del Gotico Internazionale fiorentino. Incantevole ed elegante, la Vergine è seduta per terra mentre, serena, allatta il Bambino. I corpi eterei ed affusolati sembrano voler occupare tutto lo spazio della tavola, grande armonia ed eleganza è profusa anche della delicata scelta dei colori.

Madonna dell’Umiltà (ca. 1423
Madonna of Humility, 1423 c.

L’attività a Firenze e la collaborazione con Masaccio

Per anni la critica ha considerato Masolino il maestro di Masaccio, forse per la distanza anagrafica, Masolino è infatti di una generazione più grande, e per la differenza di stile. Mentre studi più recenti ipotizzano tra i due una collaborazione paritaria, fertile e intensa e dalla quale lo stesso Masolino beneficerà.

Tra le opere frutto di questo sodalizio artistico ricordiamo: la Pala Colonna (Museo nazionale di Capodimonte di Napoli, 1423-24), la Cappella Brancacci (1424-28) nella chiesa del Carmine a Firenze e la Sant’Anna Metterza (Galleria degli Uffizi, 1424-25).

Sant_Anna Metterza
Sant’Anna Metterza, 1424 1425

Quest’ultima tavola, dipinta per la chiesa di Sant’Ambrogio, è simbolo della devozione della città per l’omonima santa; nel 1343 infatti, nel giorno della sua ricorrenza, i fiorentini avevano cacciato il tiranno Duca di Atene e riconquistato la libertà. Il termine Metterza è dialettale due-trecentesco per “mi è terza”, diretto collegamento con l’iconografia della pala che vede la figura di Anna, madre della Vergine e progenitrice di Cristo, in posizione dominante, con la mano aperta in gesto di protezione, sottolineando la sequenza generazionale tra i personaggi. Attraverso i gesti e la posizione delle mani, i personaggi si guidano l’uno l’altro, in un’atmosfera di tenero affetto. Vasari aveva attribuito l’opera interamente a Masaccio ma, nel corso del Novecento, il grande storico Roberto Longhi ha ricondotto a Masolino la figura di Sant’Anna e gli angeli reggicortina, eccetto quello in alto a destra.

Gli ultimi anni

Anche se sfortunatamente, non ci sono giunte le opere, sappiamo che Masolino lavora in Ungheria dal Settembre 1425 al 1427. È il condottiero Pippo Spano (1369-1426) a chiamarlo insieme ad altri artisti fiorentini per lavorare alla corte di re Sigismondo di Lussemburgo (1368-1437).

La morte, come la nascita, di incerta datazione avviene probabilmente tra il 1440 e il 1447 a Firenze.

Diversamente da Masaccio, che muore prematuramente, Masolino ha tempo e modo di diffondere la sua interpretazione del pensiero e dello stile fiorentino: dipingerà, infatti, a Roma e a Castiglione Olona (nei pressi di Varese) affreschi che testimoniano la sua salda costruzione dello spazio, la concretezza dei corpi sapientemente costruiti attraverso l’uso della luce e la morbidezza delle figure e delle cromie.

La fortuna critica di questo artista è stata per anni oscurata dalla grandezza del suo giovane collaboratore; e solo nel Novecento è stata finalmente riconosciuta l’importanza della sua figura.

Foto di copertina: Madonna dell’Umiltà, 1523 circa, Masolino da Panicale, Galleria degli Uffizi, Firenze

Dove e quando

Panicale, 1383 ca – Firenze, 1440/47

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