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ADI Design Museum

La storia
Inaugurato a Maggio 2021 in 5.000 metri quadrati di spazio espositivo nell’omonima piazza, l’ADI occupa a Milano l’ex area industriale tra via Ceresio e via Bramante, spazio che negli anni ’30 era deposito di tram a cavallo e impianto di distribuzione di energia elettrica.
Il museo è gestito dalla Fondazione ADI Collezione Compasso d’Oro, istituita nel 2001 da ADI – Associazione per il Disegno Industriale (istituzione che promuove il Premio Compasso d’Oro, il più prestigioso premio internazionale di design), al fine di conservare e valorizzare quanto costituito nei decenni di attività del Premio: un patrimonio culturale nazionale, riconosciuto dal Ministero dei Beni Culturali come “di eccezionale interesse artistico e storico”.
In occasione dell’apertura del Museo è stato ideato dallo studio di architetti Migliore+Servetto in collaborazione con il graphic design e architetto Italo Lupi, un nuovo logo, basato su quello disegnato originariamente da Albe Steiner.
La collezione
ADI Design Museum accoglie l’intero repertorio dei progetti vincitori del Premio Compasso d’Oro, premio nato nel 1954 da un’idea di Gio Ponti per valorizzare la qualità del design made in Italy – oggi il più antico e istituzionale riconoscimento del settore a livello mondiale.
Un museo dinamico, in continua evoluzione e destinato a raccontare la storia del design italiano nei suoi risvolti industriali, economici, culturali e sociali, divulgativo e di ricerca. Oltre alla Collezione Permanente gli spazi del museo ospitano mostre temporanee, spazi per riunioni di lavoro, lezioni di design, laboratori per bambini, nonché iniziative trasversali ed incontri destinati al grande pubblico – con l’obiettivo di contribuire alla diffusione e valorizzazione della cultura del design a livello nazionale e internazionale. A disposizione del pubblico, anche una biblioteca, sede e archivio storico ADI, un bookshop e l’area destinata alla ristorazione.
Foto: ADI Design Museum, Milano
Mostre temporanee
Essenziale e Quotidiano. Scenari e rituali del cibo contemporaneo
Una mostra sull’identità alimentare come cultura del progetto
Cibo e design: due elementi distanti ma profondamente intrecciati, entrambi espressioni di comportamento, cultura e trasformazione.
“Essenziale e Quotidiano. Scenari e rituali del cibo contemporaneo” è il titolo della mostra che ADI Design Museum ospita in concomitanza con TuttoFood Milano 2025 presso Fiera Milano e con TuttoFood Week – Nutrire il Futuro, il palinsesto diffuso di eventi, incontri e installazioni che animerà la città di Milano.
Curata da Carlo Branzaglia e Giulio Iacchetti, la mostra si configura come un’indagine sul modo in cui gli oggetti e i rituali del cibo raccontano la nostra epoca, i nostri desideri, i nostri limiti e soprattutto le nostre possibilità.
L’allestimento ruota attorno a sei matrici concettuali, che definiscono i “driver” della trasformazione contemporanea:
- (Pro)porzioni – Less is more: frugalità e sostenibilità come risposte culturali ed economiche all’impatto ambientale.
- (Ben)essere – Feeling good: salute, equilibrio, biodiversità e alimentazione come primo medicinale.
- Provviste – Get your food: la personalizzazione del gesto culinario e la riscoperta del “cuoco che è in noi”.
- Ibridazioni – A pranzo col mondo: contaminazioni culturali, mediazioni globali e nuovi riti.
- Decoro – Una nuova classicità in tavola: estetica, racconto e coreografia del pasto.
- Domani – What if tomorrow: scenari futuri, tra pragmatismo e visione.
Ciascuna matrice è esplorata attraverso una selezione di oggetti emblematici del design, progetti sperimentali, materiali innovativi, utensili d’avanguardia e riflessioni teoriche che collegano l’alimentazione ai grandi temi del nostro tempo: crisi ambientale, inclusività, etica, educazione, antropologia, tecnologia e storytelling.
A chiudere il percorso espositivo, una sezione speciale è dedicata a “Caffettology”, una riflessione sulla cultura del caffè come rito sociale e simbolo nazionale. Dal design delle macchine alle abitudini collettive, attorno al caffè si intrecciano saperi tecnici, riti sociali ed estetiche quotidiane: un microcosmo dove il progetto incontra l’identità culturale.
La mostra sarà anche occasione di riflessione pubblica, ADI Design Museum ospiterà infatti tavole rotonde e talk aperti al pubblico con esperti, designer, ricercatori, chef, attivisti, aziende e istituzioni.
La mostra è promossa da Fiere di Parma, Mondadori Media e ADI Design Museum, con l’obiettivo di esplorare il cibo come elemento culturale, progettuale e strategico per immaginare nuovi scenari sostenibili.
Informazioni per la visita
- Ingresso compreso nel biglietto del museo
- 29.04 – 25.05.2025
Dante Bini. Out of the Box
A cura di Alessandro Colombo e Paola Garbuglio
ADI Design Museum presenta Dante Bini. Out of the Box, una mostra dedicata a una delle figure più eccentriche e radicali della cultura del progetto del secondo Novecento. Architetto, inventore e costruttore, Bini ha attraversato con indipendenza e rigore i confini tra architettura, ingegneria e design industriale, elaborando soluzioni capaci di rispondere a urgenze sociali, tecnologiche ed ecologiche.
A cura di Alessandro Colombo e Paola Garbuglio, l’esposizione propone una lettura tematica dell’opera di Bini, evitando una narrazione cronologica in favore di una struttura concettuale centrica che restituisce la varietà e la simultaneità dei suoi ambiti di ricerca. L’allestimento riflette l’approccio interdisciplinare dell’autore, dove ogni progetto dialoga con l’altro attraverso assi visivi e narrativi che percorrono lo spazio, trasformando l’aria – materia prima per eccellenza nel lavoro di Bini – in un vettore di connessioni e significati.
In un momento storico in cui il design è chiamato a ridefinire il proprio ruolo tra sostenibilità, tecnologia e responsabilità sociale, ADI Design Museum riflette su una figura che ha fatto della visione non convenzionale la propria cifra stilistica, unendo intuizione poetica, rigore tecnico e slancio immaginativo. Un precursore di pratiche oggi centrali nel dibattito contemporaneo. La figura dell’architetto viene così esplorata nel suo posizionamento strategico ma laterale rispetto alla narrazione architettonica dominante: un lavoro di studio e riscoperta collettiva condotto dal comitato scientifico in dialogo con l’Archivio del Moderno di Mendrisio, che accoglierà il fondo Bini per future attività di ricerca.
Al centro della sua opera vi è la messa a punto di tecniche costruttive alternative, dove la sperimentazione diventa metodo. Dal primo sistema Binishells – cupole sollevate grazie alla pressione dell’aria – fino ai prototipi spaziali, il lavoro di Bini si configura come un’indagine sulle potenzialità della materia, della forma e dello spazio. Progetti come Kyoto K21 e Tower City affrontano le sfide della densità urbana, mentre dispositivi come il Biniscooter propongono modelli decentralizzati e sostenibili per l’energia e la mobilità.
Ogni progetto rappresenta una risposta a un contesto, una crisi o una prospettiva. La forma non è mai fine a sé stessa, ma nasce da vincoli costruttivi, logiche strutturali e riflessioni sull’uso, approccio che restituisce un autore che ha operato oltre le categorie disciplinari, anticipando molte delle questioni oggi più urgenti. La mostra nasce quindi dalla volontà di riportare alla luce una figura rimasta ai margini del racconto ufficiale. “Studiare l’opera di Bini è come una caccia al tesoro”, scrive il comitato scientifico composto da Alberto Bologna, Carlo Dusi, Will Mac Lean, Alberto Pugnale, Giulia Ricci.
Dalla cupola nel campus della Columbia University nel 1967, fino agli habitat lunari, Dante Bini ha agito come un moderno Galilei: sfidando le leggi del mondo sensibile per riscriverle attraverso il progetto. La mostra Out of the Box celebra la forza trasformativa del pensiero del visionario e concreto, poetico e tecnico, come gli disse l’astronauta Harrison Schmitt dell’Apollo 17: “Di me e di te resterà solo l’immortalità dell’energia del nostro pensiero.” “Dante Bini è l’emblema del costruttore rinascimentale: unisce umanesimo e innovazione in una poetica progettuale che parla di futuro, leggerezza e concretezza. Le sue architetture, nate ‘con l’aria’, raccontano una visione che va oltre le forme convenzionali, difficile da inquadrare ma inconfondibile. Come l’aria stessa”, commenta il presidente ADI, Luciano Galimberti. La mostra è quindi anche un omaggio al pensiero laterale di Bini, alla sua capacità di leggere i problemi come opportunità, senza mai rinunciare a uno spirito di servizio civile e professionale. Un innovatore ante litteram, un uomo del fare capace di trasformare ogni vincolo in occasione di meraviglia.
Informazioni per la visita
- Ingresso compreso nel biglietto del museo
- 1.05 – 15.06.2025
Best of Both Worlds: ITALY. Arte e Design In Italia 1915 – 2025
Attraverso la sua incessante ricerca, i progetti e i prodotti, il design italiano, nell’ultimo secolo, ha dato vita a un universo immaginifico, un sistema autonomo di oggetti che anticipa e plasma la “società estetica” in cui viviamo oggi. Il suo prestigio, tanto commerciale quanto critico, rappresenta un pilastro dell’economia nazionale, configurandosi come uno dei più affascinanti territori culturali per il pubblico internazionale.
Questa sinergia distintiva tra designer, artisti e industria trova espressione nella mostra Best of Both Worlds: ITALY. Arte e Design In Italia 1915 – 2025 e nell’opera editoriale che l’accompagna, evidenziando con forza la carica di energia e la motivazione romantica che da sempre guidano il design italiano: il miglioramento della condizione umana, realizzato attraverso l’armoniosa fusione di funzionalità ed estetica.
L’esposizione, ideata e curata dallo scrittore e designer Stefano Casciani con progetto di allestimento e grafico di Piero Lissoni/GraphX, si propone di narrare e celebrare questo percorso, evidenziando il legame profondo che il design italiano intrattiene non solo con le dinamiche sociali ed economiche, ma anche con discipline quali la letteratura, l’artigianato e, soprattutto, le arti visive, plastiche e multimediali. Un patrimonio che si è evoluto nel tempo, adattandosi al contesto industriale con una sensibilità inimitabile.
In Italia, l’attenzione verso l’interconnessione tra forme espressive ha alimentato una produzione prolifica, in cui ricerca, creatività ed efficienza funzionale si intrecciano armoniosamente. Tuttavia, la critica e la storiografia hanno spesso trascurato il complesso rapporto tra il design e il mondo industriale. L’esposizione intende dunque esplorare come la cultura cosmopolita del design abbia trovato, e trovi ancora oggi, uno dei suoi momenti più significativi in Italia, affrontando le sfide della produzione di serie e del mercato di massa – dagli anni del boom economico a quelli della crisi postmoderna – nel confronto con la cultura artistica.
Tra gli highlight della mostra, materiali inediti – scritti e visivi – che svelano il pensiero progettuale dietro il design italiano e il suo dialogo costante con l’arte. Per rafforzare il legame con il presente, le Aree Tematiche sono dedicate agli autori che hanno lavorato e continuano a lavorare sull’incontro tra arte e design, rinnovando questa tradizione straordinaria per il pubblico contemporaneo.
L’esposizione si dipana come un racconto che attraversa le epoche decisive del design italiano, dal fervore futurista alla sua espressione nel contesto industriale, con figure di spicco come Mollino, Munari e Mari. Si snoda attraverso la stagione Pop di Joe Colombo, per poi approdare alle istanze radicali e al movimento “Art Design”, promosso da Mendini, Alchimia, Sottsass e il gruppo Memphis, e il rapporto tra arte, moda e design indipendente. L’analisi prosegue con l’evoluzione del design nell’era digitale e la sua più recente vocazione “scultorea” nelle ricerche individuali di autori, da Gaetano Pesce a Nathalie Du Pasquier, che aprono una riflessione sui nuovi orizzonti dell’immagine e dell’oggetto contemporaneo. Le diverse sezioni dell’esposizione mettono in collegamento temi cruciali per la reinvenzione dell’oggetto, dall’astrattismo al neo-modernismo, fino alla recente tendenza del collezionismo low-cost.
Informazioni per la visita
- Ingresso compreso nel biglietto del museo
- 01.04 – 15.06.2025
Dal lunedì alla domenica dalle ore 10:30 alle ore 20:00.
Ultimo ingresso ore 19:15.
Venerdì
2 ore
Mostre temporanee incluse nel prezzo del biglietto
Libri e Guide
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