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Galleria dell'Accademia
La storia
La nascita della Galleria risale al 1784, quando il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo riorganizza l’antica Accademia delle Arti del Disegno, fondata nel 1563 da Cosimo I de’ Medici, nella moderna Accademia di Belle Arti. La nuova istituzione doveva ospitare una raccolta di dipinti antichi, moderni e di sculture al fine di facilitare la conoscenza e lo studio ai giovani allievi dell’Accademia. La sede viene ricavata dai locali trecenteschi dell’Ospedale di San Matteo e da quelli adiacenti del convento di San Niccolò di Cafaggio.
Nel corso del tempo, il museo si arricchisce con numerose opere e nuove acquisizioni; i dipinti coprono le pareti, raggiungendo il soffitto, fino al 1841 quando il presidente dell’Accademia Antonio Ramirez de Montalvo rivede la disposizione museografica secondo un ordine cronologico, più simile alle usanze attuali. Con Firenze capitale d’Italia (1865-1871), il settore moderno viene ampliato con centoquarantasei opere della Galleria Moderna del palazzo della Crocetta. Da allora la Galleria viene conosciuta come Galleria Antica e Moderna e forma il primo museo d’arte contemporanea del nuovo Stato nazionale. In questo periodo, rivestono grande interesse soprattutto le opere moderne, per cui molti studenti fanno pervenire richieste di copia in modo da aggiornarsi alle ultime tendenze.
L’evento decisivo per la storia del museo avviene nell’agosto del 1873, quando il David di Michelangelo Buonarroti viene trasferito da Piazza della Signoria all’Accademia. La scultura più celebre del mondo attende nove anni, custodita in una cassa di legno, la conclusione della costruzione della Tribuna progettata dall’architetto Emilio De Fabris per accoglierla. Oltre al David, la Galleria deve la sua vasta popolarità alla presenza anche di altre sculture di Michelangelo, come i Prigioni, il San Matteo e la Pietà di Palestrina.
Tra il 1919 e il 1922, per una nuova convenzione tra Stato e Comune, le raccolte di arte contemporanea vengono destinate a un’unica istituzione a Palazzo Pitti, la Galleria d’arte moderna e alcune opere di scuola fiorentina vengono destinate agli Uffizi. A causa del trasferimento delle opere contemporanee, la galleria non può più chiamarsi Antica e Moderna, divenendo la Galleria dell’Accademia.
Oltre alle celebri opere Michelangiolesche, l’Accademia accoglie la collezione di modelli e calchi in gesso di Lorenzo Bartolini e del suo allievo Luigi Pampaloni, che compongono la Gipsoteca allestita nel monumentale Salone dell’Ottocento, e ospita strumenti musicali dei granduchi Medici e Lorena, provenienti in gran parte dalle collezioni del Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze.
Le opere
Pittura
- L’Albero della Vita, 1310-1315, Pacino di Buonaguida (1280-1340)
- Testa di Pastore, 1315-1325, Giotto di Bondone e Bottega (1267 circa-1337)
- Storia della vita di Cristo e di San Francesco: stimmate di San Francesco, 1335-1340, Taddeo Gaddi (1300-1366)
- Croce dipinta con la Vergine e San Giovanni, 1340-1345, Bernardo Daddi (1290-1348)
- Venere e Cupido, 1352-1533, Jacopo Carucci detto Pontormo (1449-1557)
- Madonna col bambino in trono e due angeli musicanti, 1353-1355, Andrea di Cione detto Orcagna (1310 circa-1368)
- Madonna col bambino in trono fra due santi e otto angeli, 1356, Giottino (1324-1357)
- Annunciazione e santi, 1410-1415, Lorenzo Monaco (1370-1425)
- Incoronazione della Vergine fra angeli e quattro santi, 1430, Giovanni dal Ponte (1385-1437)
- La Tebaide, 1460, Paolo Uccello (1397-1475)
- Madonna col bambino, San Giovannino e due angeli, 1468, Sandro Botticelli (1445-1510)
- Madonna in trono col bambino, San Giovanni Battista, San Nicola e angeli, 1407-1410, Gherardo Starnina (1354-1413)
- I santi Stefano, Giacomo Maggiore e Pietro, 1493, Domenico Bigordi detto Il Ghirlandaio (1452-1525)
- Santa Maria Maddalena; San Giovanni Battista, 1496, Filippino Lippi (1457-1504)
- Deposizione di Cristo dalla croce, 1504-1507, Filippino Lippi (1457-1504), Pietro Vannucci detto Perugino (1448 circa-1523)
- Annunciazione, 1510, Mariotto Albertinelli (1474-1515)
- Il Profeta Isaia, 1514-1516, Fra Bartolomeo (1472-1517)
- Il Profeta Giobbe, 1514-1516, Fra Bartolomeo (1472-1517)
- Cristo in pietà, 1525, Andrea del Sarto (1486-1531)
- Deposizione di Cristo, 1560-1561, Agnolo Bronzino (1503-1572)
- Alla Galleria dell’Accademia, 1860-1870, Odoardo Borrani (1833-1905)
Scultura
- David, 1501-1504, Michelangelo Buonarroti (1475-1564)
- Lo schiavo giovane, 1530, Michelangelo Buonarroti (1475-1564)
- Atlante, 1525-1530, Michelangelo Buonarroti (1475-1564)
- Prigione che si desta, 1530, Michelangelo Buonarroti (1475-1564)
- Prigione barbuto, 1530, Michelangelo Buonarroti (1475-1564)
- Ammostatore, 1816-1820, Lorenzo Bartolini (1777-1850)
- Arnina, 1825, Lorenzo Bartolini (1777-1850)
- Fanciullo che scherza con un cane, 1827, Luigi Pampaloni (1791-1847)
- Filippo Brunelleschi, 1827-1830, Luigi Pampaloni (1791-1847)
Musica
- Spinetta ovale, 1690, Bartolomeo Cristofori (1655-1731)
- Violino Stradivari, 1716, Antonio Stradivari (1644-1737)
- Violoncello Amati, 1650, Niccolò Amati (1596-1684)
Gli artisti
Pittura
- Duecento – Quattrocento: Maestro della Maddalena, Giotto (1267 circa – 1337), il Maestro della Santa Cecilia, Bernardo Daddi (1290 circa – 1348), Taddeo Gaddi (1290 – 1366), Andrea Orcagna (1310 circa – 1368), Nardo di Cione (1320 – 1366), Giovanni da Milano (1325-1330 circa – 1370 circa), Agnolo Gaddi (1350 circa – 1396)
- Tardogotico: Lorenzo Monaco (1370 circa – 1425 circa)
- Rinascimento: Paolo Uccello (1397 – 1475), Sandro Botticelli (1445 – 1510), Domenico Ghirlandaio (1448 – 1494), Filippino Lippi (1457 – 1504)
- Cinquecento: Fra’ Bartolomeo (1472 – 1517), Andrea del Sarto (1486 – 1530) e Pontormo (1494 – 1557)
Scultura
- Giambologna (1529 – 1608)
- Michelangelo Buonarroti (1475 – 1564)
- Lorenzo Bartolini (1777 – 1850)
- Luigi Pampaloni (1791 – 1847)
Musica
- Antonio Stradivari (1643, 1649 – 1737)
- Niccolò Amati (1596 – 1684)
- Bartolomeo Cristofori (1655 – 1732)
- Anton Domenico Gabbiani (1652 – 1726)
- Bartolomeo Bimbi (1648 – 1729)
Foto: David, 1501-1504, Michelangelo Buonarroti
Mostre temporanee
Venere che entra nel bagno del mare di Luigi Pampaloni
Galleria dell’Accademia di Firenze e Musei del Bargello presentano la nuova acquisizione. In mostra dal 4 novembre 2025 al 1° febbraio 2026.
Dal 4 novembre 2025 al 1° febbraio 2026 è aperta al pubblico la mostra “Venere che entra nel bagno del mare di Luigi Pampaloni. Una nuova acquisizione per la Galleria dell’Accademia di Firenze e Musei del Bargello”, allestita nella sala delle esposizioni temporanee della Galleria dell’Accademia di Firenze.
La mostra, ideata da Giulia Coco – funzionario storico dell’arte e curatrice della Gipsoteca della Galleria dell’Accademia di Firenze e Musei del Bargello – nasce in occasione dell’acquisto, da parte del museo, del bozzetto preparatorio in terracotta per l’opera in marmo Venere che entra nel bagno del mare di Luigi Pampaloni (1791–1847). La terracotta, di rara delicatezza, è stata rintracciata sul mercato antiquario e da quest’anno è entrata a far parte delle collezioni del nuovo sistema museale della Galleria dell’Accademia di Firenze e Musei del Bargello.
«L’acquisizione del bozzetto crea l’occasione di raccontare un tema caro e profondamente connaturato alla Galleria dell’Accademia: il fare artistico» – ha evidenziato Giulia Coco. «Il confronto che la mostra propone tra bozzetto preparatorio, modello in gesso e una replica in marmo dell’opera dello stesso Pampaloni intende, infatti, illustrare in modo esemplificativo il processo creativo della scultura ottocentesca».
La curatrice sottolinea, inoltre, il valore simbolico dell’acquisizione «che richiama la vocazione didattica dell’Accademia, principalmente espressa nella collezione di gessi che, nelle opere di Lorenzo Bartolini e Luigi Pampaloni richiama i temi della formazione, della creazione e della pratica artistica».
Nato a Firenze nel 1791, Luigi Pampaloni si formò all’Accademia di Belle Arti della sua città e poi a Carrara, sotto la protezione di Elisa Baciocchi. Allievo di Lorenzo Bartolini, completò la sua formazione con Francesco Carradori e Stefano Ricci – distinguendosi per un linguaggio in cui idealismo classico e sensibilità naturalistica si fondono con un sentimento intimo e gentile.
In Venere che entra nel bagno del mare – opera in marmo realizzata tra il 1836 e il 1838 per l’americano Meredith Calhoun e dispersa dai primi del Novecento – Pampaloni rielabora con grazia personale la tradizione canoviana, traducendo il mito in un gesto di quotidiana naturalezza.
Con la terracotta e il modello in gesso (proveniente dall’Accademia di Belle Arti di Firenze), la mostra espone una replica in marmo dell’opera dello stesso Pampaloni (ora parte di una collezione privata inglese) e un modello tattile del bozzetto preparatorio, realizzato in resina epossidica dall’Accademia di Belle Arti di Firenze, con la consulenza di Unione Italiana Ciechi ed ipovedenti Firenze.
Frutto del lavoro di ricerca, il modello – risultato della scansione 3D del bozzetto in terracotta – è realizzato dal nuovo XR|Lab, centro di ricerca interno all’Accademia di Belle Arti di Firenze, guidato dal professor Juri Ciani e dal professor Gerardo de Simone, con il coinvolgimento dei dottorandi Giulia Vaccari e Federico Niccolai.
In Venere che entra nel bagno del mare, Pampaloni rivela la sua adesione al naturalismo sentimentale di Bartolini, reinterpretato con un gusto più intimo e lirico. Come osserva la Dott.ssa Coco, «Pampaloni operava con sobria verità, frutto di studi e meditazioni sull’antico e sul Canova, riletti in chiave purista e romantica, e aggiornati attraverso il rivoluzionario magistero di Bartolini».
«La mostra permette di cogliere la genesi del processo creativo di Luigi Pampaloni, in una continuità ideale tra l’atelier e la scuola, offrendo al pubblico un’occasione di incontro ravvicinato con la materia e con le tecniche della scultura e, grazie alla presenza del modello tattile, una visita più inclusiva» dichiara Andreina Contessa, Direttore del neonato sistema museale Galleria dell’Accademia di Firenze e Musei del Bargello, in carica da ottobre 2025. «L’esposizione propone un percorso che intreccia ricerca formale, riflessione teorica e applicazione delle nuove tecnologie alla didattica e alla fruizione dell’arte, valorizzando così la figura dello scultore nel panorama artistico del suo tempo e mostrando, al contempo, come la tradizione accademica sia capace di rinnovarsi continuamente e comunicare a pubblici sempre nuovi».
L’esposizione è accompagnata da un catalogo scientifico edito da Sillabe, che raccoglie i saggi degli storici dell’arte Giulia Coco, Elena Marconi e Carlo Sisi e della restauratrice Eleonora Pucci. I contributi approfondiscono la poetica di Pampaloni, il contesto storico-artistico e il processo tecnico che conduce “dall’argilla al marmo”. Attraverso questa nuova acquisizione e il relativo percorso espositivo, Galleria dell’Accademia di Firenze e Musei del Bargello riaffermano il proprio impegno nella valorizzazione del patrimonio scultoreo ottocentesco e nel racconto del fare artistico, elemento fondante dell’identità del nuovo sistema museale fiorentino.
Durante l’apertura della mostra saranno organizzate visite in italiano e in inglese, a cura dello staff della Galleria dell’Accademia di Firenze e Musei del Bargello, e visite in LIS, in collaborazione con Ente Nazionale Sordi di Firenze. Al termine della mostra, il bozzetto in terracotta sarà allestito nella Gipsoteca della Galleria dell’Accademia di Firenze, entrando così nel percorso espositivo permanente del museo.
Informazioni per la visita
- 4 Novembre 2025 – 1 Febbraio 2026
Da martedì a domenica, dalle ore 8:15 alle ore 18:50.
Ultimo ingresso 18:20.
Tutti i lunedì; 1 Gennaio; 25 Dicembre.
1-2 ore
Mostre temporanee incluse nel prezzo del biglietto


